Sab 29 Ott 2005 Scritto da Padre Luciano AGGIUNGI COMMENTO

Un progetto di Maria Amata Calò
con la collaborazione di Carmela Radatti

prodotto da Grundy Italia per NessunoTV canale 890 di Sky

Da venerdì 4 novembre su NessunoTV alle ore 21.00 parte un nuovo appuntamento del canale 890 di Sky, un racconto di vita reale in 20 puntate, prodotto da Grundy Italia, in cui i protagonisti sono 20 sacerdoti europei.

Chi sono i preti di oggi? Uomini fuori dal tempo o protagonisti della nostra società?

Attraverso il racconto di molti sacerdoti i telespettatori conosceranno l’altro volto della Chiesa istituzione, fatto di uomini con i loro stessi sentimenti, le loro aspirazioni, le loro debolezze, che però un giorno hanno fatto una scelta che gli ha cambiato la vita: hanno sposato Dio.

(per chi ha internet veloce, qui si può vedere il promo)

“Preti” è una serie tv con 20 storie raccontate in prima persona dagli stessi protagonisti nel luogo in cui vivono, un modo per dire il perché della propria scelta vocazionale, il percorso, le difficoltà, le gioie e i dubbi, un modo per raccontare la quotidianità dei sacerdoti, i loro interessi e le loro passioni.

Nessuno TV vuole mettere al centro le persone, le loro storie e intende farlo con garbo e con il gusto per la riflessione e l’approfondimento. In questo quadro nasce “Preti – Storie di uomini”, venti ritratti “in profondità”: il prete mago, il prete zen, il prete della zona di camorra, il prete pittore, il prete delle navi… In una fase in cui si discute di laicità, di Chiesa e politica, ci sembrava interessante raccontare le storie di chi sta in frontiera, le loro inquietudini e le loro crisi; le certezze di persone che hanno incontrato la fede e ne hanno fatto la propria vita.

In Preti si narra di uomini coraggiosi che combattono quotidianamente l’usura, la mafia, la droga.

Una serie scritta con la consapevolezza che un reportage può aprire anche i cancelli gelidi di un carcere per un trovare un cappellano accanto ai detenuti da oltre 25 anni, recluso tra i reclusi e può raccontare storie di preti che sanno cos’è la speranza.

L’occhio di una telecamera guarderà dentro la vita di 20 uomini lasciandoli padroni delle loro storie e del loro stile.

Giro questa comunicazione. Il prete zen sarei io. Può interessare?

p. Luciano

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Un reportage per raccontare vicende umane, emozioni, sogni, e guardare dentro la storia dei protagonisti.

Registi:
Simona Iannicelli, Valerio Marchesini, Aurelio Molè, Daniele Morini, Carmelo Nicotra, Salvatore Tomai, Andrea Schneider

NessunoTV
Via Ostiense, 95
00154 – Roma
+39.06.57305442
info@nessuno.tv

Ufficio stampa Preti:
Alessia Savino 335.1017704 savinoalessia@libero.it ufficio.stampa@grundyitalia.it
Rita Nigro 3384175534 n.rita@tiscali.it
Ufficio Stampa Nessuno.tv: Marco De Amicis 338.6817499

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  1. Pierinux ha detto:

    Cito dal sito http://www.nessuno.tv

    Questa sera il primo appuntamento con “Preti” un nuovo programma di NessunoTV. Un racconto di vita reale in 20 puntate in cui i protagonisti sono 20 sacerdoti europei. Oggi raccontiamo la storia di Don Wolfgang Schneck, di Monaco di Baviera. Come superare la solitudine e l’isolamento della vita sacerdotale? Come vivere con coerenza il celibato? Come superare la nostalgia di una famiglia che i preti non hanno? Con la vita comune con altri sacerdoti. Questa la risposta di don Wolfgang. Il suo motto e’: “insieme è meglio”.

  2. Pierinux ha detto:

    I preti come Nessuno-Tv li ha visti
    NORMA RANGERI

    Già se ne vedono troppi, spalmati in ogni angolo del palinsesto, pronti a sermoneggiare su tutto. Incontrarli, invece, uomini con passioni bizzarre, fa di Preti (NessunoTv, venerdì alle 21) un’occasione di riconciliazione con la categoria. C’è il prete altoatesino che per curare lo stress professionale si sottopone a massaggi («sento su di me gli affanni dei fedeli che partecipano alla messa»). C’è quello che «se la fede cristiana fosse solo quella del Gesù crocifisso sarei il primo ateo». C’è il missionario saveriano che fa pratica zen «affinché l’autentico che è in noi possa manifestarsi».

    C’è il «mago per passione e prete per vocazione». Naturalmente sono una categoria di sorvegliati speciali, anche se proprio questa fede così poco ortodossa ne fa l’espressione carismatica della chiesa. Nella prima puntata (Preti è una serie firmata da Maria Amata Calò e Carmela Rodati) il protagonista è don Silvio Mantelli, il mago. Si fa intervistare con la giacca e il cappello luccicante del prestigiatore, seduto sulla poltrona rossa di un teatro. Immagine luminosa, come il suo modo di raccontare l’avventura di una vita-contro. Contro i superiori che lo hanno cacciato dalle parrocchie perché, in un modo o nell’altro, finiva per turbare l’ordine costituito.

    Si può immaginare lo scompiglio quando si chiudeva per ore al bagno dando adito ai sospetti di lussuria carnale, mentre lui aveva solo bisogno di un posto tranquillo dove provare i numeri di magia. E se non lo facevano andare in bagno, provava sotto le coperte del letto, altro luogo proibito. Così fu grande la meraviglia quando, scoperchiate le lenzuola, trovarono palline colorate. Ottenere il permesso di andare a fare spettacoli la sera era impossibile, bisognava camuffare l’uscita, mettere in un sacco le armi del mestiere e fingere di andare a buttare la spazzatura. Poi la crisi, l’abbandono della congregazione, la storia con una ragazza che improvvisamente muore, quindi il ritorno nella chiesa, come in una seconda vocazione.

    Mentre don Silvio racconta e dice la sua («la chiesa insiste troppo sulla castità e lascia da parte la giustizia, la coscienza il silenzio di tante persone»), sullo schermo compaiono luoghi e protagonisti del suo secondo lavoro: facce incantate di bambini di tutti i colori, perché don Silvio è uno di quelli impegnati a alleviare le sofferenze dei bambini del Mato Grosso, colpiti dalla lebbra. «La vocazione è un’intuizione, non una certezza», ed è con questa intuizione che i suoi giochi incontrano Maria Teresa di Calcutta, è con la magia che un artista dell’illusionismo, Arturo Brachetti, impara da don Silvio i rudimenti del mestiere.

    Se capitate in una chiesa dove ad un certo punto da dietro l’altare spuntano signori vestiti di strass, pieni di conigli nel cappello, ora sapete chi è il regista.

    (Il Manifesto 11.11.05)

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