* Un segno dei tempi dalla portata storica

Oggi, tanti italiani battezzati sono attratti verso il buddhismo, soprattutto nella forma essenzializzata dello zen. Mi lascio interpellare da tale avvenimento, per capire cosa significhi per me, cristiano occidentale, credere oggi. Anticipo la conclu ione della mia riflessio­ne, ormai più che decennale, e la riassumo così: l’attrazione del cri­stiano occidentale verso il buddhismo è indice di un’ evoluzione di fede in atto nella nostra epoca, è un segno dei tempi dalla portata storica. M’incoraggia a osare questa affermazione il documento Dia­logo e annuncio, in cui si legge:

I cristiani stessi devono accettare, a loro volta, di essere messi in discussione… Con questo obiettivo, cioè una conversione più profonda di tutti verso Dio, il dialogo interreligioso possiede già il suo proprio valore. In questo processo di conversione, può nascere la decisione di lasciare una situazione spirituale o religiosa anteriore per dirigersi verso un’altra [2].

Noi chiamiamo cammino religioso la ricerca verso il senso ultimo della realtà. L’uomo percepisce che l’esistenza è imperniata nella tensione all’ ultimità; ossia, sperimenta se stesso come essente una qualità profonda da dissodare assiduamente: solo nel dissodare ciò che è, l’uomo diviene ciò che è. In parole semplici: l’uomo sperimen­ta che il suo vero essere è pellegrinare verso il suo vero essere. N ella comprensione che io ho dalla mia esperienza e dalla mia ricerca, le due vie religiose che più radicalmente ricercano l’ultimità dell’esi­stenza, non come un aspetto che dimora altrove, ma come il fondo profondo del presente, sono il cristianesimo soprattutto nell’ampiez­za propria del cattolicesimo e il buddhismo soprattutto nella sua espressione zen. Questa constatazione può indurre a pensare che le due vie siano molto simili! Invece, si auto-presentano come diame­tralmente opposte. Il cristiano pronuncia il nome di Dio e di Cristo, il buddhista non pronuncia alcun nome; tuttavia, pronunciando e non pronunciando, il cristianesimo e il buddhismo vanno fino in fondo, e in quell’ andare fino fondo percepiscono l’apertura all’ ulti­mità. Nel percepire l’ultimità, ci si sente prossimi, concomunicanti, anche se i percorsi seguiti differiscono.

[2] PONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO – CONGREGAZIONE PER L’EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI, Dialogo e annuncio (19.05.2001), n. 41.

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