Sab 24 Mag 2025 Scritto da Maurizio Lari AGGIUNGI COMMENTO

La stella del mattino – cammino religioso Vangelo e Zen

Sant’Agostino e i mistici atei dell’era moderna

alcune sparse riflessioni

L’elezione di papa Leone “figlio di Sant’Agostino” in questa nostra epoca di diffusa mistica atea è l’occasione per riesumare la domanda cruciale che rese inquieta e luminosa la ricerca umana di Agostino di Ippona. Fu la domanda sul rapporto tra il tempo e l’eternità, tra il bene e il male, tra la libertà personale e la predestinazione divina. Vorremmo stare di fronte a questa domanda di fondo con la serenità del neo eletto papa Leone XIV, anche se la risposta resterà ancora una volta velata, come avvolta da una coltre di successive domande svegliate proprio dalla ricerca della risposta.

E’ noto che Agostino, prima della sua conversione alla visione cristiana, aveva aderito alla filosofia di Platone che riconosce nel cielo eterno le idee perfette e sulla terra solo il riflesso passeggero della loro ombra. Mantenendo sullo sfondo il platonismo, per 9 anni Agostino aderì alla concezione manichea che spacca la realtà nella fazione del bene e in quella del male, due entità in perpetuo conflitto. Era l’epoca dello sfacelo dell’impero romano d’occidente e per il colto retore Agostino nei fatti che accadevano era evidente riconoscere la supremazia del male sul bene, sia nella società come nella vita privata. Ogni visione massimalistica ed univoca della realtà taglia in radice la domanda sul senso e dispensa l’uomo dalla responsabilità,

La conversione cristiana per Agostino significò la liberazione dall’impersonale divenire della realtà grazie all’esperienza di una presenza personale e personalizzante dentro di sé e dentro la storia. Questa presenza personale e personalizzante dimora lo spazio vuoto tra le leggi fisiche e psichiche, coordinandole e modellandole verso scopi che le leggi fisiche e psichiche non possono definire. Questa presenza personale e personalizzante è libera. Agostino scoprì questa presenza personale e personalizzante quando nella sua vita qualcosa lo espose oltre le leggi fisiche e psichiche e, dopo un primo timore, sentì distendersi dentro di sé una vitalità nuova, nuda ma libera. Lo stupore e le lacrime.

La verità, tema centrale del suo (di Agostino) itinerario filosofico, non sia un semplice fatto in sé da possedere, quale egli la percepiva nei tribunali dell’impero romano, ma che da essa si viene posseduti, perché è qualcosa di assoluto, totale e universale. Comprendendo come essa non sia un oggetto ma un Soggetto, cioè un’entità viva e Personale, proprio come viene presentata nei Vangeli, ebbe la certezza che Gesù fosse l’unica via per giungervi, e che alla Verità l’uomo aderisce innanzitutto con il suo modo di vivere“ (Wikipedia alla voce: Agostino di Ippona).

C’è una presenza libera nel divenire delle cose che crea il nuovo, il non ancora esistente, e incammina verso un fine non ancora raggiunto ma che attrae come il fiore l’ape. La realtà non si esaurisce in ripetizioni cicliche, ma è avventura verso un giorno nuovo in cui tutti i giorni confluiscono. La storia è gravida di un futuro migliore di cui l’uomo saggio e libero è artefice. Nell’uomo c’è una presenza che lo fa risorgere a nuova vita quando cade; nella società c’è una presenza che dischiude una nuova luce quando si fa buio pesto. C’è Dio.

Agostino ha meditato il divenire storico riconoscendovi in radice la potenza creatrice di Dio e nella prassi la regia mediatrice dell’uomo, ma gli rimase prematuro il richiamo a meditare la parte fondamentale che vi esercita la natura come grembo in cui Dio concepisce il disegno della storia e l’uomo con stupore ne cura lo sviluppo. Agostino, prematuro a meditare la sacra funzione della natura, ha concepito il peccato originale solo come colpa della prima coppia umana da cui, quindi, conseguiranno tutte le sofferenze della storia. Pessimismo tuttora presente nelle nostre riflessioni. La natura invece testimonia che la mela acerba di giugno non è peccaminosa, ma quella giusta che a settembre sarà dolce e nutriente. La natura libera dall’assolutismo delle idee e affida al tempo il divenire della storia. Il pensiero di Agostino sul divenire storico diventa convincente e bello se battezzato nella maternità della natura. L’agostiniano papa Leone ha a disposizione l’enciclica “Laudato sì“ di papa Francesco. Papa Leone, Buon cammino!

Oggi è in voga l’ateismo mistico come via che permette di sperimentare il proprio sé perfetto. Senza dei da venerare, solo con la propria consapevolezza ci si può sentire perfettamente presenti a se stessi, perfettamente come si deve essere. Sono tante e tante la scuole che promettono il raggimento del proprio sé perfettamente consapevole. Da Wikipedia alla voce Mindfulness: “Mindfulness è quindi una modalità di prestare attenzione, momento per momento, nell’hic et nunc («qui ed ora»), sul momento presente, in modo intenzionale e non giudicante, al fine di risolvere (o prevenire) la sofferenza interiore e raggiungere un’accettazione di sé attraverso una maggiore consapevolezza della propria esperienza che comprende: sensazioni, percezioni, impulsi, emozioni, pensieri, parole, azioni e relazioni”. Esaltazione della propria autonomia?

Jean Guitton in ”Attualità di Sant’Agostino” (Edizioni Paoline) scrive: “Sant’Agostino crede che il nostro essere è più vasto del nostro essere; la nostra azione contiene qualcosa di più del nostro atto, un evento contiene di più di quanto la nostra coscienza non avverta; la nostra libertà contiene più dell’indipendenza che noi sentiamo; e la preghiera più della domanda temporale. … Così, penetrando nella profondità del tempo, si gusta il sapore dell’eternità” (pp 24-25).

Perdere Dio è perdere quel di più.

p. Luciano

Via degli dei” Bruscoli (FI) foto L. M.

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