* la sua spiritualità e i suoi comportamenti di vita

La stella del mattino è una comunità religiosa che nasce dall’incontro fecondo del messaggio cristiano con quello buddista Zen. La comunità comprende un piccolo gruppo che vive stabilmente nella casa madre in Galgagnano (Lodi) e tanti fratelli e sorelle che dimorano nella famiglia e nella società. Ciascuno vive la spiritualità del Vangelo nel dialogo con lo Zen, attuandola nella propria vita e nella società che lo circonda. Chi risiede nella casa madre compie il cammino in forma comunitaria; chi risiede in famiglia lo personalizza secondo la propria situazione. Tradizionalmente il Vangelo è stato custodito e trasmesso in Occidente e lo Zen in Oriente: quindi La stella del mattino è anche esperienza di incontro tra la sensibilità culturale dell’Occidente e quella dell’Oriente, nella convinzione che ogni forma di vita è una vibrazione dal fondo dell’anima umana: quindi un richiamo vitale per ogni uomo.
La stella del mattino vivifica la sua spiritualità attraverso alcune pratiche religiose compiute quotidianamente. Queste sono come il respiro della sua anima. Inoltre dà corpo alla sua spiritualità attraverso alcuni comportamenti concreti nella vita privata, famigliare e sociale. Questi sono come le membra del suo corpo.

Le pratiche religiose, che formano il respiro dell’anima, sono la pratica essenziale del cammino cristiano insieme con la pratica essenziale del cammino buddista Zen. La pratica cristiana si compendia nell’eucaristia: è ascolto del Vangelo, preghiera e comunione nell’amore cristico che santifica l’universo. La pratica del cammino buddista Zen è essenzialmente lo zazen: ossia il sedersi immobili e composti nel silenzio armonioso che genera l’universo. Le pratiche religiose indicano all’uomo il senso ultimo della vita e della realtà. Il carisma di La stella del mattino è proprio questa religiosa e cordiale compagnia della pratica cristiana con quella dello Zen, percependo che le due pratiche sono la vibrazione della parte più intima di se stesso e di ogni cosa.

La pratica cristiana è la vibrazione di quell’aspetto intimo a ogni cosa esistente che è l’alterità: ossia il rapporto con l’altro che mi fa esistere. Questo altro si compendia nel Cristo, carità divina e umana, dentro cui la mia esistenza si plasma, cresce, espleta la sua parte, si offre nella morte vivendo in vita eterna. La pratica cristiana è il conoscere e alimentare se stesso nell’eucaristia mangiando l’Altro, la carità divina e umana del Cristo, e così divenire anch’io il vero se stesso, quale carità che si offre all’altro. La pratica cristiana è redimere tutto nella carità, credendo che la carità che lega me e l’altro da me è la qualità più intima di ogni esistente. È credere che essendo amato e amando, io sono reso me stesso, io divengo Cristo.

La pratica buddista Zen è la vibrazione di quell’aspetto intimo a ogni cosa esistente che è la seità: ossia è credere che nel proprio sé tutto vive. Sedendo in zazen, tacendo tutte le emozioni del mio sé privato, si manifesta e agisce il sé vero in cui tutto vive. Così io ritorno all’armonia incontaminata dell’origine ove sono il sé in cui tutto è puro e vero.

Seguendo l’insegnamento cristiano, ascoltando il Vangelo, elevando la preghiera e celebrando l’eucaristia, noi offriamo questa nostra piccola esistenza, sia il bene sia il male, alla carità di Cristo, nella quale tutto è perdonato e risuscitato nuovo ed eterno. Seguendo l’insegnamento Zen, sedendo in zazen, noi celebriamo il nostro rapporto con l’origine e lo facciamo rivivere adesso e qui. Lo Zen educa all’armonia cosmica dell’origine; l’eucaristia redime alla carità di Cristo in cui tutto è reso santo attraverso il perdono ricevuto e dato. Questo ritrovare la religiosa fiducia verso di sé attraverso la fede nell’altro, e la religiosa fiducia nell’altro attraverso la fede in sé, fa germogliare nel mondo di oggi lacerato dalla sfiducia la nuova speranza del futuro: nuova bellezza, nuova dignità, nuova fortezza, nuova capacità di sacrificio, nuova gioia di esistere. Perché c’è tutto questo quando uno sperimenta che i suoi sogni e i suoi ideali germogliano e crescono proprio in quella piccola aiuola che è la sua vita, fecondata dal rapporto con l’ampio tutto che l’avvolge.

Momenti principali della pratica religiosa quotidiana sono il sorgere (alba) e il tramonto (sera o notte) del sole. In quei momenti anche la madre natura, in modo pregno, pratica la carità del Vangelo e la silenziosa armonia dello zazen. Alla madre natura l’uomo si unisce, dando il contributo che gli è proprio, che rende consapevole il cammino inconsapevole della natura.

I comportamenti concreti formano il corpo del cammino religioso. Sono il lavoro fisico, lo studio legato alla concretezza dell’esistenza, la condivisone delle reciproche gioie e sofferenze, i rapporti fraterni improntati sulla sincera stima vicendevole e sulla correzione fraterna, il tempo libero vissuto con spontaneità e creatività, il riposo come tempo di purificazione e di silenziosa maturazione, l’accoglienza e l’ascolto di chi fa visita alla comunità.

La stella del mattino è aperta a chiunque sente, in qualunque misura, l’invito al dialogo fra il Vangelo e lo Zen, e all’incontro fra la cultura di sensibilità cristiana e quella di sensibilità buddista. Accoglie chiunque avverte il richiamo all’incontro con l’altro, inteso come voce che indica il cammino quotidiano in cui il proprio sé e l’altro, interagendo, formano le due sponde dell’unico cammino. Il cammino del dialogo richiede ascolto, sforzo e affetto; ma, nella sua arduità, purifica l’occhio, cosicché l’uomo vede più chiaramente la propria natura e individua più onestamente i comportamenti da seguire.

Il Vangelo e lo Zen sono sponde differenti e lontane. Eppure ciascuno le percepisce reali dentro di sé, e le intravede dentro l’altro che cammina al suo fianco. La carità del Vangelo e la silenziosa compostezza dello Zen sono l’anima dell’esistenza, sono da sempre nell’uomo e dell’uomo, prima ancora che si svegli la sua consapevolezza. Sono come la stella del mattino che brilla prima che si faccia giorno. C’è un’istanza religiosa che precede i nostri passi. È quella forza che spinge l’uomo a mettersi in cammino e a compiere il primo passo. C’è quindi un essere religioso che è prima di ogni scelta religiosa. C’è una religione che è prima del dirsi cristiano o buddista. Da lì parte il retto cammino religioso.

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