Sab 27 Gen 2007 Scritto da Pierinux 2 COMMENTI

Pubblichiamo una lettera aperta del Gruppo Famiglie per la Pace di Vicenza sulla questione “Dal Molin”, disponibile anche integralmente in versione PDF. Informazioni: famiglieepace@netsons.org

Anche sul sito di Beppe Grillo oggi un post sull’argomento.

Lettera aperta ai cristiani della Diocesi di Vicenza sulla base USA al Dal Molin

1. La questione dal Molin

vicenza_basemilitareusa_thumb.jpg

Molti gli inviti all’informazione puntuale, corretta e trasparente La questione Dal Molin nasce all’incirca quattro anni fa[4]: “E’ perciò importante che quanti hanno responsabilità a livello nazionale e locale, prima ancora del merito della scelta, si facciano promotori di una informazione puntuale, corretta e trasparente sui reali progetti che potrebbero essere attuati”.

L’appello della società civile vicentina e della Pastorale del Lavoro è cinicamente caduto nel vuoto.

* Cosa si sa sulla questione Dal Molin

Quaranta ettari di terreno dell’aeroporto ‘Dal Molin’ destinati ad ospitare quattro battaglioni e il comando della brigata paracadutisti. In arrivo 2.100 soldati che, aggiunti alla forza attuale sfioreranno quota 5.000[5]”; La costruzione di due nuovi edifici da usarsi come alloggi per i militari senza famiglia al seguito[6]”. La lunghezza di questi edifici è di circa 1,5 km, alti 5 piani cioè 21 metri, per una superficie pari a 1.900 appartamenti che consumerebbero come 30.000 vicentini per l’acqua, 26.000 per l’energia elettrica e 5.500 per il gas[7].

* …sugli ampliamenti alla Ederle

Il settore edilizia privata del comune di Vicenza[8] ha dato parere favorevole “all’ampliamento della foresteria con la realizzazione di 58 suite residenziali” presso la caserma Ederle e parere negativo sull’ampliamento richiesto al Dal Molin perché “si rileva il contrasto con la normativa per il superamento degli indici di zona”.

* …a Quinto Vicentino

E’ stata richiesta la realizzazione su un’area agricola di un villaggio da destinare alle famiglie dei militari dell’US Army” “il quale verrà realizzato su un’area di circa 220.000 mq[9]”.

* …in altri comuni del vicentino

Ampliamenti della logistica nel comune di Torri di Quartesolo, lavori presso la base Pluto di Longare, richieste per un “secondo modulo” di circa 220.000 mq di villaggio da destinare alle famiglie dei militari dell’US Army nei comuni di Torri di Quartesolo e/o Bolzano Vicentino.

La natura della nuova base: è evidentemente offensiva. Il Dal Molin diventerebbe una base d’attacco. Lo afferma fra gli altri Andrea Licata dell’Università di Trieste “Non siamo solo di fronte ad una semplice espansione ma all’affermazione di una Brade Combact Team dei cui armamenti parlano le stesse fonti militari”. I parà americani della 173.a brigata sono già stati impiegati, anche contro il parere dell’Onu, nel fronte nord dell’Irak, in una guerra nata come preventiva che si è trasformata in una guerra civile che si stima abbia finora causato almeno 600.000 morti[10].

* Le nostre preoccupazioni

La principale: il vicentino terra militarizzata?… “Ci chiediamo anche come stia diventando la nostra città: dopo la Caserma Ederle, dopo la Gendarmeria Europea, aperta in questi mesi, ora è in prospettiva la costruzione di una seconda grande caserma, che farà divenire Vicenza la città più militarizzata in Italia e probabilmente anche in Europa[11]”.

* …per l’ambiente e la qualità della vita per i cittadini

“Scelte di questo tipo andranno ad incidere profondamente sull’assetto sociale, culturale, urbanistico ed economico del vicentino: in quale progetto di territorio si inseriscono? Quali criteri hanno guidato la loro elaborazione? Quali le ricadute ambientali”[12].

“Da troppo tempo abbiamo l’impressione che manchi un progetto di città lineare e armonico, senza snaturalizzare il territorio con tanti piccoli interventi scollegati. Abbiamo l’impressione che anche questa volta non si siano fatte adeguate considerazioni sull’impatto urbanistico e viabilistico di simili costruzioni, che non si inseriscono in un progetto di città, che vorremmo vivibile, a misura d’uomo, ospitale e solidale, sicura, ma anche una città di pace, da creare attraverso progetti condivisi
da tutti”[13].

* … per le ricadute economiche

I favorevoli alla nuova base portano essenzialmente una ragione economica: i posti di lavoro a rischio presso la base Ederle e le positive ricadute legate al nuovo insediamento. Un’attenta valutazione delle ricadute sull’economica accanto all’entità dei vantaggi immediati e della loro diversa ripartizione fra i soggetti – ad es. fra un proprietario delle ditte costruttrici, un dipendente della Ederle, un cittadino medio, un pensionato – richiede di conoscere e soppesare anche gli altrettanto significativi svantaggi economici per la collettività e i singoli:

• “lo stato italiano paga ogni anno il 37% dei costi delle basi e delle truppe di stanza nel nostro paese. Nel 2002 i contribuenti italiani hanno partecipato alle spese militari americane per un ammontare di 326 milioni di dollari. Si tratta di contributi diretti ed indiretti aggiuntivi rispetto a quelli Nato”[14];
• “esiste un accordo internazionale… dove si concorda che i servizi [alle basi USA] siano resi al costo. In particolare i carburanti e l’energia sono esenti da qualsiasi tassazione tipo IVA, accise ecc. Analogamente l’acquisto di qualsiasi bene o prodotto, sia da parte delle basi che dei militari avviene in esenzione IVA. I beni e servizi resi al costo non possono essere considerati con ricaduta positiva sulla società civile, anzi devono essere considerati, in parte, una perdita[15]”;
• se la Setaf acquistasse i servizi al costo, i costi degli investimenti strutturali ricadrebbero sulla collettività.

* …un esempio a noi vicino

E’ di pubblico dominio – e non è mai stato smentito – il verbale dell’incontro del 1.6.06 al quale hanno partecipato, per la Setaf, il coordinatore del progetto Lo Verde Michele, lo staff di AIM ed altri:

Sviluppo dell’area dal Molin – riunione con AIM Vicenza” con oggetto “Sviluppo area Dal Molin – sottoservizi: richieste e forniture carichi”. Risulta che l’entità economica degli investimenti richiesti ad AIM non coperti da finanziamenti USA è di € 9.000.000 per l’elettricità, € 350.000 per l’acqua, mentre non sono noti i costi per la fognatura, per il gas e gli altri investimenti.

Chi si farà carico di questi costi? Ricadranno sui contribuenti? Sui clienti di AIM attuali e futuri, sulle fasce economicamente deboli della popolazione?

* …una spesa irragionevole

“Un punto su cui invitiamo a riflettere riguarda le spese che saranno necessarie per impiantare la nuova base. Si parla di un investimento di centinaia di milioni di euro; una cifra che riteniamo irragionevole da spendere in opere militari di fronte
alle terribili e ignorate sofferenze di tanti paesi. E’ necessario cercare altre vie per la soluzione dei
problemi”[16].

* …il problema occupazionale

Per il comitato del SI sono meno di 744 i lavoratori alla Ederle. Ascoltando le dichiarazioni di qualche sindaco, di autorevoli imprenditori e organi di stampa lievitano invece da 1.000, 1.200, a 1.500.

“Non si può, allora, evocare lo spettro della disoccupazione per far leva sull’emotività dell’opinione pubblica o paventare indotti economici considerevoli, tra l’altro da verificare, senza annunciare contemporaneamente con onestà intellettuale che la base va realizzata per la salvaguardia di interessi statunitensi e, di riflesso, occidentali… Come Associazione di lavoratori ci preoccupiamo di eventuali contraccolpi occupazionali, anche questi, però, da chiarire e verificare, ma nel contempo come comunità cristiana avvertiamo l’urgenza di esprimere la solidarietà. La terra vicentina è terra ricca e solidale e ci rifiutiamo di pensare che, qualora il problema occupazionale esistesse, i vari attori in campo, dalle forze economiche a quelle sociali, alle istituzioni ed alla stessa Chiesa, non si adopererebbero per trovare una soluzione”[17].

* Non esiste una questione Dal Molin parcellizzata localmente

Non si può com-prendere la questione se la si osserva solamente dal marciapiede di casa a seconda se si abiti o meno in prossimità del Dal Molin, Caserma Ederle, Quinto Vicentino, ecc..

… esiste una richiesta di militarizzazione del territorio italiano da parte degli USA Si tratta di una richiesta di un governo extracomunitario (gli USA non fanno parte dell’Unione Europea) al di fuori degli accordi NATO. Se concessa dallo Stato Italiano implicherebbe la cessione di un’altra parte della sovranità territoriale e amplierebbe le possibilità di interventi militari USA. Ciò è recentemente accaduto nella guerra in Iraq nonostante il parere contrario dell’ONU e gli incessanti accorati appelli del magistero di papa Giovanni Paolo II.

* Camminando s’apre il cammino

Queste sono le informazioni che fin qui siamo riusciti a raccogliere e sulle quali sollecitiamo i nostri amministratori locali e nazionali ad un civile pubblico confronto, al quale si sono finora – per la maggior parte – sottratti.

2. Questione Dal Molin e cristiani vicentini

Da un punto di vista ecclesiale: riteniamo che la questione non possa ridursi ad un problema legato solo alla coscienza del singolo, dei laici[18], di singoli gruppi o comunità in Vicenza, della sola Diocesi di Vicenza.

Leggere i segni dei tempi alla luce del segno di Giona[19]

Dal Molin: discernimento alla luce della Parola di Dio. Si tratta di una base militare: ne va di mezzo lo stesso Vangelo”: è il titolo dell’articolo apparso sul settimanale diocesano il 24.12.06.

Come la comunità dei credenti vicentini sta leggendo questo “segno dei tempi”?
Il fascicolo che è in stampa si propone di riproporre tutte le riflessioni sulla questione Dal Molin fatte in ambito cattolico fino al 13 dicembre scorso[20]:

• escludendo gli interventi di singoli, sono rare finora le riflessioni pubbliche sulla questione Dal Molin soprattutto se confrontate con la presenza dei credenti in diocesi (numero di parrocchie, gruppi e associazioni laicali, istituti religiosi, sacerdoti);
• la quasi unanimità delle poche organizzazioni laicali che si sono fin qui espresse hanno manifestato la loro contrarietà o, quantomeno, i loro forti dubbi in merito alla crescente militarizzazione del territorio;
• non abbiamo trovato notizia di associazioni laicali che si siano espresse a favore;
• e gli altri?

* Un appello

“Chiediamo alla nostra chiesa locale, diocesi e parrocchie, di non restare fuori, di non starsene in silenzio, di riaffermare il Vangelo, di farlo senza sconti, di puntare al dialogo sempre senza peròrinunciare a dire che ogni guerra è dannosa, che ogni corsa agli armamenti porterà alla morte, che abbracciare ogni logica di forza come la costruzione di un base militare è contro il Vangelo, che i conflitti si possono risolvere senza le armi (vedi Mozambico con la comunità di sant’Egidio nel 1992 e i 500 che sono entrati a Sarajevo nel 1992).

Alle piccole comunità fa male il silenzio della nostra diocesi e dei suoi uffici! Serve unirsi, fare squadra, fra parrocchie”[21].

* Può esistere un minimo comune denominatore sulla questione Dal Molin?

Conoscere approfonditamente la questione Dal Molin, le sue conseguenze, confrontarsi con la comunità: questo rappresenta, a nostro parere, il livello minimo. L’invito a riflettere e discernere è per tutto il popolo di Dio a partire dalla specifica vocazione (laici, religiosi, sacerdoti) e nelle sue diverse articolazioni (parrocchie, vicariati, uffici diocesani; gruppi, circoli, associazioni; congregazioni; presbiteri, vicari, Vescovo).

* Quali i riferimenti a livello diocesano?

Urgono, a nostro avviso, riferimenti chiari a livello diocesano ai quali far convergere questo cammino comunitario e sinodale di discernimento: Pastorale Sociale e del Lavoro (?), Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali (?),…

* La decisione

“L’ultimo passaggio del discernimento è la decisione. Dopo il confronto, attraversato il conflitto, accettando che non c’è l’unanimità, o si arriva a prendere posizione o di fatto non si fa discernimento. La decisione è un prendere posizione non in forma ideologica (la mia idea ha vinto contro la tua), né in forma moralistica (io sono il buono che ha ragione e tu sei il cattivo che ha torto). Importante è arrivarci valorizzando il cammino fatto insieme, il percorso per giungere alla decisione, mettendo in campo idee diverse, confrontandoci, attraversando i conflitti, cercando pazientemente di capire, ascoltandoci… Tutto questo diventa un patrimonio prezioso e costituisce il volto sinodale della comunità cristiana (la parola greca “sinodo” significa infatti “strada fatta insieme)”[22]”.

Vicenza, 18 gennaio 2007
Gruppo Famiglie per la Pace
Presso Longo Giorgio e Lina
via Zambalda, 9 36057 Arcugnano
Info: famiglieepace@netsons.org
www.famiglieepace.netsons.org

[4] On. Mauro Fabris sul Giornale di Vicenza dell’11.01.07
[5] Dichiarazione del generale Helmick comandante della Setaf del 3.10.06
[6] Fonte: Relazione illustrativa del progetto dal Molin – rif. MC n. 056-06-1089 – Michele Lo Verde – 0444/717392
[7] Dal Giornale di Vicenza del 26.11.06: Vivian analizza i numeri inviati dagli USA all’AIM
[8] Prot. gen. 25331 dell’8/5/06
[9] Impresa Pizzarotti e Co. Prot. 8332 del 7.9.06 del Comune di Quinto Vicentino.
[10] Vedi fra gli altri Vita Non Profit Magazine del 27.10.06 a pag. 15 e www.lancet.com
[11] Commissione Giustizia e Pace di S. Lazzaro
[12] Pastorale Sociale e del Lavoro Diocesana
[13] Commissione Giustizia e Pace di S. Lazzaro
[14] Il Sardegna 10.10.05
[15] Ing. Eugenio Vivian, osservazioni sul Dal Molin” – 23.09.06
[16] Commissione Giustizia e Pace di S. Lazzaro
[17] Documento delle Acli provinciali
[18] “Ci sembra inoltre importante ricordare quanto più volte ripetuto dalla dottrina sociale della Chiesa: è compito precipuo dei fedeli laici trovare le strade più idonee per dare concretezza, nelle situazioni che incontrano alle esigenze del Vangelo (Documento della Pastorale Sociale e del Lavoro): precipuo non è sinonimo di esclusivo!
[19] Relazione don Dario Vivian
[20] Ringraziamo quanti vorranno segnalarci altre riflessioni di cui terremo conto nelle prossime ristampe fra le autorevoli voci per il Dal Molin, quella di Mon. Pietro Nonis, già Vescovo di Vicenza;
[21] Intervento di Fabrizio Cappellari parroco
[22] Relazione don Dario Vivian

Nessun tag per questo post.
categorie: Riflessioni

2 commenti

  1. ezio bassan ha detto:

    E’ veramente confortante leggere e constatare che non solo il popolo dei pacifisti e non solo si schierano: sopratutto portando la voce del vangelo come testo di partenza dal quale impostare una riflessione.
    Complimenti per il coraggio delle vostre parole!!!!
    Bravi perchè vi schierate!!! Si capisce benissimo che non siete anti-americani, bensì usate la ragione, il buon senso, la parola di Gesù per parlare sinceramente e alla luce del sole, cosa che molti altri in questo momento non fanno perchè, purtroppo o si è da una parte o dall’altra, bianco o nero, destra o sinistra,
    E oggi, giorno dedicato alla memoria, mi sento in dovere di ringraziarvi per le vostre parole e coragggio.
    Grazie per questi raggi di sole che mi avete mandato.
    Vi abbraccio Ezio Bassan

  2. Pierinux ha detto:

    Caro Ezio, grazie del tuo commento.

    Non e’ comunque farina del “nostro” sacco, ma e’ una circolare pubblicata su http://www.famiglieepace.netsons.org che ho spedito a p.Luciano e che lui ha acconsentito a pubblicare.

    Condivido in pieno la tua opinione, si tratta secondo me di una serie di considerazioni equilibrate, ragionevoli e documentate. In questa selva di prese di posizione di parte e schieramenti muro-contro-muro (per non parlare di peggio, strumentalizzazioni politiche e via dicendo) questo e’ un fiore nel deserto, tutt’altro che sterile, trovo.

    pfm

Lascia una risposta