Le immagini che giungono dalla Birmania sono tali da interpellarci nella nostra più autentica umanità.
La rivolta contro un regime dispotico e brutale, guidata dalla forza della fede e dalla determinazione pacifica e coraggiosa di tutto un popolo: tutto ciò, trasmesso attraverso i giornali, le televisioni e internet in tutto il mondo, rende ben visibile il senso profondo della nonviolenza, ma anche fa temere un grave bagno di sangue.
Per riflettere e meditare su quanto avviene, e per testimoniare la vicinanza e la solidarietà con i monaci e col popolo birmano, proponiamo per domani 27 settembre alle ore 20,30 un incontro pubblico a Torino, presso il chiostro della Consolata in via Maria Adelaide 2.
- Elvio Arancio, della Confraternita islamica sufi Jerrahi-Halveti, direttore editoriale di ‘Interdipendenza’;
- Sarah Kaminski, dell’Università di Torino, consigliere della Comunità Ebraica di Torino;
- Angela Lano, giornalista, collaboratrice di Repubblica e di altre testate;
- Giuseppe Platone, pastore valdese, direttore di Riforma;
- Bruno Portigliatti, presidente onorario dell’Unione Buddhista Europea;
- Marco Scarnera, della Pastorale della Cultura dell’Arcidiocesi di Torino;
- D. Ermis Segatti, referente per la Pastorale della Cultura dell’Arcidiocesi di Torino;
- Claudio Torrero, co-presidente del Centro Studi Maitri Buddha, direttore responsabile di ‘Interdipendenza’
Tratto da repubblica.it
Un messaggio sta circolando in queste ore per sms e sui blog
per chiedere a tutti un segno di solidarietà per i monaci buddisti
Una maglietta rossa per la Birmania
“In tutto il mondo, venerdì 28”.
ROMA – Una maglietta o un nastro rosso in sostegno della Birmania. E’ la parola
d’ordine che corre sui blog e sui cellulari, una catena di sms per un gesto di
solidarietà a favore dei monaci buddisti e del popolo birmano.
Questo è l’invito che sta circolando in queste ore via sms: “In support of our
incredibly brave friends in Burma: may all people around the world wear a red shirt
on Friday, September 28. Please forward!” (a sostegno dei nostri amici
incredibilmente coraggiosi in Birmania: venerdì 28 settembre indossiamo tutti
quanti, in tutto il mondo, una maglietta rossa).
Un testo analogo in lingua italiana circola anche nei blog: “Venerdì 28 settembre
indossiamo una maglia rossa. Chiunque legga questo messaggio lo trasmetta a quante
più persone sensibili a questo gravissimo problema gli sarà possibile. GRAZIE DI
CUORE”.
Mentre gli studenti delle scuole superiori fiorentine che stamattina hanno
partecipato all’iniziativa “La stazione delle idee” alla stazione Leopolda di
Firenze hanno adottato un nastro rosso, ocra, giallo o rosa come segno di
solidarietà per la Birmania. Un nastro verrà consegnato questo pomeriggio dagli
studenti anche al ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni, che
interverrà alla manifestazione.
La sezione italiana di Amnesty International, con l’obiettivo di mobilitare opinione
pubblica e governi, ha indetto due sit-in a Roma e a Milano e ha lanciato un appello
on line in favore di un gruppo di parlamentari, monaci e artisti arrestati nelle
ultime ore a Yangon, a Mandalay e in altri centri del paese.
I sit-in – si legge in una nota dell’organizzazione – si svolgeranno domani a Roma
(dalle 17.30 di fronte all’ambasciata del Myanmar, in via della Camilluccia 551) e
sabato a Milano (dalle 16.30 in piazza della Scala).
(27 settembre 2007)
Ci scrive un amico:
Sono passati 8 mesi dal mio viaggio in Birmania con i miei colleghi claun…
sono 8 mesi e non passa giorno che non legga giornali o guardi la tv alla ricerca di buone notizie, o perlomeno notizie di un paese isolato nel e dal mondo..
sono 8 mesi e non passa giorno che non pensi a quel popolo, semplice, povero, mite, schiacciato…
sono 8 mesi e non passa giorno che ne parli con qualcuno…
sono 8 mesi che parte del mio cuore è laggiù, ai bimbi, alle suore, ai monaci…
Domani spero che indosseremo tutti un drappo o un maglietta rossa, in segno di solidarietà verso questo popolo, che stanco come non mai è sceso in piazza.
Domenica scorsa, quando ho visto una delle prime foto apparse sulle pagine dei giornali (i monaci in marcia) mi è venuta una profonda commozione. C’è speranza…..ma c’è anche tanta paura, perchè nei quindici giorni trascorsi laggiù ho toccato con mano la malvagia del governo.
Vi invito a rimanere stretti intorno alla scelta coraggiosa dei monaci, con delle preghiere o dei pensieri di “libertà”!!!!
Siamo riusciti a contattare la madre generale, che per telefonare è andata in Thailandia. Le linee telefoniche locali sono chiuse, così come le tv. I 300 bimbi che sosteniamo stanno bene, ma c’è molta paura per le ritorsioni che la polizia segreta compie continuamente.
Hanno speranza, perchè sanno di avere gli occhi del mondo addosso ma non facciamo venir meno la nostra solidarietà!!
Grazie a tutti
Fabio