Gio 15 Gen 2009 Scritto da Pierinux AGGIUNGI COMMENTO

lettera

Vangelo e Zen

15 gennaio 2009

La domenica che segue l’Epifania è dedicata al battesimo di Gesù. Battesimo, in greco, significa immersione, tuffo nella corrente. Ciò che è più piccolo si tuffa in ciò che gli è più grande. Ovvio, non è vero? Gesù si immerge nella corrente del Giordano, affidandosi a Giovanni battista il suo battezzatore. Quindi Gesù, più piccolo, si immerge nella Natura, più grande, per mano di colui di cui Gesù disse: “tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista”(Mt 11,11). Ovviamente per Gesù, pure nato di donna, Giovanni era più grande di lui. Prendere il Vangelo alla lettera mette a disagio perché scompagina le nostre idee fisse; in questo caso l’idea che Gesù sia il più grande. Ma è l’unica via per non cadere insensibilmente nella tentazione di condire il Vangelo a proprio uso e consumo. Nella Lettera agli Ebrei si dice di Gesù che “essendo Figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna” (Eb 5,7-8). Qui, in modo ancora più forte, è ribadito come Gesù abbia maturato la sua perfezione obbedendo alle cose che, ovviamente, egli sentiva come superiori, al punto da obbedire. Obbediva alle cose! Fosse obbedire al Padre che è nel cielo, oppure alle grandi campagne per la giustizia e per la pace ingaggiate dagli uomini! Invece è detto solo “alle cose che patì”.

Per l’uomo, disturbato dalla sua superficialità, fa comodo riconoscere qualcosa come superiore a tutto il resto, perché così può affidare a quel “più grande” l’impegno di mettere a posto tutte le cose. Invece Gesù obbediva alle cose. Quando uno si converte da una religione a un’altra, lo fa perché nella nuova riconosce quel “più grande” su cui vuole appoggiarsi. Per i cristiani è sbrigativo poter dire che Gesù è “il più grande”, per i musulmani gridare Allah akbar: Dio è più grande (ovviamente il Dio dei musulmani)! E i buddisti? Quando parlo con un buddista, soprattutto se è un convertito italiano, e gli dico che il Vangelo porta un carisma tutto suo, immancabilmente mi risponde che c’è anche nel Buddismo; se poi gli dico che qualcosa che è nel Buddismo c’è anche nel Cristianesimo, senz’altro mi risponde che però è differente. Altri modi per dire che la propria via è superiore.

Il Buddha vagò attraverso contrastanti esperienze e divenne Buddha; Gesù si immerse nell’esistenza: nel fiume, nel deserto, nel lavoro, nel rapporto, nella croce e, obbedendo, imparò l’essere Cristo. La natura e l’esperienza umana sono la madre delle religioni. Quando avviene una conversione religiosa, è la religione, realtà piccola, che si immerge nella natura e nella storia umana, realtà grande. Le religioni non sono le depositarie della verità, ma dei contributi riversati nel mare immenso della verità. Un contributo così, nel vocabolario cristiano, si chiama carisma. Il Buddismo e il Cristianesimo sono contributi alla verità, la quale è una e indivisibile e illimitabile; ma i due contributi hanno sapore e profumo differenti. E, lo si sa, i profumi e i sapori funzionano bene quando circolano liberi nella grande atmosfera. Così i carismi del Buddismo e del Cristianesimo sono veri quando non ristagnano in se stessi e si battezzano nella vita reale. “Io sto in mezzo a voi come colui che serve” (Lc 22,27), disse Gesù all’ultima cena e si battezzò fino a toccare il fondo della corrente, fino alla morte.

La scoperta che la religione è un carisma per la verità e non uno schema della verità, mi permette una risposta serena a Enrico. “Lo zazen sta diventando una pratica quotidiana nella mia vita, a volte quasi più forte della preghiera canonicamente pensata, mi sto allontanando forse dal mio cristianesimo? Mi piacerebbe parlarne con te . A presto Enrico”.

Enrico è un giovane infermiere di Livorno. La risposta che sento vera dentro di me alla lettera della prossima settimanale. A ogni giorno la sua pena! Detto per voi, naturalmente. P. Luciano

Incontri

  • Sabato 17 gennaio a Desio ritiro settimanale: ore 09.00-12.00. E’ un momento di pace e di ristoro fisico e spirituale: Zazen, Vangelo, Studio. Per chi si ferma pranzo.
  • Domenica 18 ritiro a Roma, ore 17.30 – 21.00, presso la chiesa di Santa Lucia al Gonfalone, Via dei Banchi Vecchi 12. Per informazioni telefonare a Rosario 347.4076704.
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