Ven 17 Ott 2025 Scritto da Maurizio Lari AGGIUNGI COMMENTO

La stella del mattino – cammino religioso Vangelo e Zen

Milano, 7 ottobre 2025

La manovalanza

della pace

Vista dal cielo, la Terra è tonda

Stamane (7 ottobre) un grosso furgone parcheggiava sul passaggio pedonale all’incrocio di Corso Garibaldi e Via Palermo, Milano. Il marciapiede, che qui è piuttosto alto, al passaggio pedonale declina lievemente favorendo le mamme che spingono il passeggino, e nel passeggino il loro tesoro (nelle vicinanze c’è un asilo-nido), e le persone anziane che in tarda mattinata a decine fanno la loro movida per Via Garibaldi, sostenute da uno/a assistente dal volto sudamericano o dell’Est Europa. Stamane le mamme con il passeggino e gli anziani hanno dovuto scendere in strada e quindi, facendo attenzione alle macchine del cui arrivo il furgone impediva la vista, attraversare e risalire sul marciapiede oltre l’incrocio. Come mio solito, mi sono fermato ad attendere il ritorno del conducente del furgone a cui, di dovere sono prete, ho rivolto una fraterna predica. Un ometto dai capelli bianchi, a sua volta assistito da un garzone dalla pelle oscura. Il bel risultato: il sentirmi dire: “Mi scusi. Ha ragione!”. Il tono della voce mi diceva che quel “Mi scusi…” era sincero. Il furgone fu spostato.

In questi giorni, tutti siamo sconvolti per la distruzione della vita e dell’ambiente causata dai conflitti. La pace è uccisa! In aggiunta, restiamo perplessi e turbati davanti alle proteste per la pace perpetrate con modi violenti. L’alba della pace appare lontana! Evocando un’espressione di papa Francesco: E’ la terza guerra mondiale a pezzi!

Ma che legame c’è tra un furgone parcheggiato fuori posto e l’assurdità delle guerre?

La violenza, oggi, la si respira nell’aria perché, appunto, è diventata l’aria che si respira. La respiriamo un po’ tutti, prescindendo dalle buone intenzioni che possiamo avere tranquille sul fondo dell’anima. Buttare il mozzicone della sigaretta o la lattina della bevanda sugli spalchi dello stadio, o sul marciapiede che si percorre, nonostante una legge lo proibisca e ne prescriva l’ammenda, è un comportamento diffuso. Abbandonare il monopattino al centro del marciapiede o in altro posto comodo all’utente ma di ostacolo a chi giunge dopo ecc. è un malinteso comune. Già c’è sempre la scusa pronta per ogni evenienza: Fanno tutti così!

Questo “Fanno tutti così”, che sembra rincuorare a star tranquilli, di fatto violenta l’uomo recidendolo in radice. Lo recide da sé stesso, abituandolo a stare in pace recitando: Fanno tutti così. L’intelligenza e la volontà dell’uomo disgiunto in sé stesso da sé stesso, esondano nel “Fanno tutti così”, ossia nella palude dell’impersonale. Disgiunto da sé stesso, l’uomo non può conoscere né stimare sé stesso. Non si ama, e non ama, perché l’amare l’altro sgorga dall’amare sé stesso: “Ama il prossimo tuo come te stesso” (Mc 12,31).

Ogni sé stesso che non ama sé stesso è un microorganismo patogeno di violenza.

Nel mentre le guerre infieriscono, ovunque fiumi di giovani, adulti, bambini sfilano per le vie e le piazze gridando alla pace. Una flotta di coraggiosi attraversa il Mediterraneo per portare viveri e medicine a fratelli e sorelle in umanità che la guerra ha disereditato di tutto. Il capo si inchina.

Non ho mai partecipato alle dimostrazioni di piazza, di ogni genere, anche religiose; anzi soprattutto se religiose. Temo che per gridare più forte potrei gonfiare le mie ragioni al punto da sopprimere quelle della controparte. Scelgo la manovalanza della pace che la vita quotidiana mi chiede, meglio: che mi comanda. L’occhio vede, il cuore detta e la mano esegue. La manovalanza si dà soltanto nella misura reale della concretezza. La manovalanza mi giudica e di volta in volta mi dice se l’occhio ha visto, se il cuore ha dettato e se la mano ha eseguito. Quando cambio direzione di percorso per non imbattermi in un povero che mi tende la mano, la manovalanza mi rimprovera di non aver ottemperato alla misura per la pace che potevo mettere in atto. La manovalanza non permette raggiri.

La manovalanza per la pace è amica a me stesso. Mi regale tante sorprese, a volte di fallimento, ma tante volte di incontri con i nobili sentimenti umani di cui i poveri sono ricchi. Soprattutto, grazie al confronto con la concretezza, la manovalanza mi preserva dal fumigare. Certi ceri, che hanno cera in più della giusta misura, fanno sì luce, ma anche tanto fumo perché la fiammella annega nella troppa cera. La manovalanza della pace mi preserva dal paventare oltre la misura della concretezza, quindi dal fumigare in lamenti.

Vista dal cielo la Terra è tonda. La manovalanza della pace, che tantissimi sorelle e fratelli della famiglia umana, pazientemente ma con allegria nel cuore, stanno compiendo, doni tondità al vivere umano!

Sotto lo sguardo del cielo, manovali della pace!

p. Luciano

 

                          Foto Vangelo e Zen (incontro giovani 2022 San Geminiano)

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