Lun 7 Nov 2011 Scritto da Pierinux AGGIUNGI COMMENTO

lettera

Vangelo e Zen

Vangelo secondo Giovanni 18, 33-37
6 Novembre 2011

Un violento nubifragio ha colpito alcune zone della Liguria e della Toscana. Alessio, un giovane che lavora in una filanda ad Aulla, ci scrive un messaggio che, con il suo assenso, colloco all’inizio di questa lettera:

Le foglie rosso fuoco dei faggi sono una pausa di armonia fra quella massa di fango che ricopre Aulla in questi difficili giorni.
Proprio come quelle centinaia di giovani che instancabilmente da giorni lavorano per riordinare e ricostruire la loro cittadina andata parzialmente distrutta dall’alluvione. Non appartengono a nessun ente, né alla protezione civile, né alla pubblica assistenza o esercito; la loro divisa è il fango! Belle persone che fanno pensare ad un buon futuro per Aulla.
Le vecchie case in pietra sapientemente costruite più in alto guardano i nuovi edifici alluvionati, arrogantemente costruiti lungo il fiume con speculazioni edilizie. Dalle mani infangate dei giovani aulesi1 si intravede un futuro di responsabilità.
Alessio

I giovani aulesi forse non sapevano di portare dentro di sé quell’energia, quella solidarietà, quella capacità di dedicarsi al bene comune. Forse non conoscevano la regalità che giaceva, assopita, dentro la loro umanità.

Nel turbinio della realtà l’uomo, che nella calma vive mediocre, può scoprire e attingere da dentro di sé un vigore finora sconosciuto a lui stesso. Nella tranquillità l’uomo resta superficiale e adula gli altri; nelle prove, quelle dure, si risveglia a se stesso. L’agiatezza produce sudditi arrendevoli, il confronto a viso aperto con i sacrifici che la vita esige crea persone regali.

Noi istintivamente sogniamo un mondo senza calamità, esente da prove dolorose, e chiamiamo progresso tutto ciò che procura e garantisce il benessere che sogniamo. Eppure, se richiamiamo alla memoria gli avvenimenti di più intensa commozione, nel silenzio possiamo riconoscere che sono scaturiti a noi dal sacrificio e dalla fatica: la gioia di una promozione da uno studio assiduo, il raggiungimento di una vetta dalla scalata pericolosa, lo stipendio mensile dall’arduo lavoro, una invenzione da una catena di sperimenti, la guarigione di una malattia da una paziente cura terapeutica. La grazia di Dio ci è versata dopo un periodo di smarrimento tenebroso, perché nelle tenebre la luce brilla più luminosa, e gratuita.

Questa domenica, secondo il calendario ambrosiano l’ultima dell’anno liturgico, è dedicata a Cristo Re. Il Vangelo che oggi viene letto per celebrare la regalità di Cristo è un brano preso dal racconto della passione di Gesù, a noi tramandato da Giovanni. Gesù è già stato condannato a morte da parte dei sommi sacerdoti e ora viene condotto davanti al procuratore romano, che risiedeva nel pretorio – un palazzo attiguo al tempio di Gerusalemme, per ottenere il suo consenso all’esecuzione capitale. Ecco il testo del Vangelo.

Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Tu sei il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te oppure altri te l’hanno detto sul mio conto?». Pilato rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Ho seguito tante decine di giapponesi adulti nel loro cammino verso il battesimo. All’inizio il loro interesse è spesso solo di conoscere il contenuto della Bibbia. Altre volte è solo il desiderio di apprendere ciò che ha attratto un loro amico a farsi cristiano. La fede, ossia quella commozione che coinvolge se stesso con il Vangelo, in genere nasce alla lettura della morte di Gesù. L’uomo che, perso tutto e abbandonato da tutti compresi i suoi discepoli, rimane eretto nella sua dignità, questo uomo commuove chiunque, ma in particolare chi è erede del culto dell’onore e del vuoto, come il popolo giapponese. Il vuoto è perdere tutto, senza perdere nulla; perché ciò che si perde non è autentico, ossia non è me stesso. «Il mio regno non è di questo mondo».

«Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gesù che proferisce a Pilato queste parole si manifesta veramente come re della via della verità. Afferma, infatti, che è la verità che è nell’uomo a condurre questi al Vangelo. A volte noi cristiani pervertiamo questo Vangelo e parliamo di Gesù come se egli detenesse la verità; deducendo, quindi, che la chiesa detiene la verità. Invece, la verità è effusa in tutto ciò che esiste, perché la verità è una qualità originaria della creazione. Gesù si percepiva dentro il flusso della verità che tutto permea e dalla verità che scorreva in lui ha attinto il coraggio di resistere alle tentazioni di costruire un regno di questo mondo. Prima di dire il suo nome anche ai nostri bambini e di fare loro dire le preghiere, dobbiamo accompagnarli a sperimentare la verità che irrora il loro corpo e la loro coscienza: il giusto rapporto con se stessi, con gli altri e con le cose. Dobbiamo suscitare in loro una commossa venerazione verso il cibo e la bevanda, prima di dire loro che il pane e il vino eucaristico sono il corpo e il sangue di Cristo.

Il Gesù che, spoglio di tutto e condannato a morte, non manovra nulla per difendersi, ma solo testimonia la verità, convinto che la verità che è nell’uomo lo condurrà ad ascoltare la sua voce senza dover manovrare alcunché, questo Gesù è re!

Anche le foglie di un bonsai, prima di cadere, anzi proprio perché non si trattengono e nel flusso del divenire nascono, crescono e cadono, anche le foglie di un bonsai sono regali. Nella foto il bonsai di ginkgo che in questi giorni ha decorato la nostra sala di Vangelo e Zen. Il suo curatore è Alessio, il giovane del messaggio iniziale.

p. Luciano

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