Sab 27 Giu 2015 Scritto da Pierinux AGGIUNGI COMMENTO

laterale

l’energia del tramonto avvolge il duomo – foto di Yoshie

Desio, 11 giugno 2015

…qui entrano solo i turisti; i fedeli dalla porta laterale…

Attraverso Piazza Duomo e vedo una scena. Con l’occhio dell’immaginazione seguo lo sviluppo della scena vista, fino alla sua conclusione. E ne nasce questo racconto.

“Qui entrano solo i turisti. I fedeli dalla porta laterale”. Così un addetto del Duomo ammonisce la folla che si assiepa davanti ai 5 portoni della facciata dell’edificio sacro. A tale avviso una donna anziana si sfila dal gruppo, raggira l’imponente mole del Duomo sulla destra e raggiunge la porta laterale. Salita la gradinata, un carabiniere controlla la sua borsa. Superato il controllo, riverisce il carabiniere con un inchino ed entra. Percorre lo stretto corridoio di oltre un centinaio di metri ricavato lungo le pareti per fare spazio ai turisti, e raggiunge l’altare dove è venerata l’icona di Maria con il bambino in braccio. Qui raccoglie il volto fra le mani ed eleva la sua preghiera. In silenzio.

Attraverso i portoni della facciata la folla dei turisti fluisce dentro la grande navata centrale. Bisbiglii e telefonini alzati sopra le teste a fotografare colonne e vetrate. Turisticamente. Dal portone aperto la eco dell’addetto che continua ad ammonire: “Qui entrano solo i turisti. Procurarsi il biglietto d’ingresso. Euro 2. I fedeli entrano dalla porta laterale”.

Tripadvisor, un portale web di viaggi che raccoglie le impressioni di milioni di turisti, ha riconosciuto al Duomo di Milano il settimo posto nella classifica dei luoghi storici e religiosi più belli e commoventi del mondo. Gli ultimi lavori di restauro hanno ridato al Duomo il suo fascino originale. In piedi davanti alla settima bellezza storico – artistica del mondo, mi sciolgo anch’io nella chiara e cuocente luce del sole che infuoca le rosee pietre della facciata e delle guglie.

Da dieci anni settimanalmente svolgo in Duomo il servizio del sacramento del perdono e del dialogo spirituale. Dal confessionale che mi è assegnato, sia al mattino come nel pomeriggio, in un solo sguardo posso raccogliere i variopinti raggi che filtrano dalle vetrate del transetto a sinistra dell’altare. Più volte ho invitato chi attraversa un momento di sfiducia a sostare e ad ammirare l’unica luce che si diaframma in tanti colori. Il colore rosso richiama la sofferenza, il giallo la mitezza, l’azzurro la preghiera, il verde la gioia. Occorrono tutti i colori per rendere la policromia dell’esperienza umana, nella sua armonia. Questa è opera dello Spirito.

Custode e proprietaria del Duomo è la “Veneranda Fabbrica del Duomo”, che a sua volta è un organo del popolo milanese. I lavori di restauro condotti assiduamente da decine e decine di tecnici della Fabbrica del Duomo comportano enormi costi. Il pio pensiero che l’entrata al duomo sia completamente gratuita rimane un pio pensiero, irreale. Anzi, un pensiero fiacco. Fare appello alla generosità di coloro che visitano il Duomo chiedendo un contributo per la manutenzione e il restauro dell’edificio sacro è senz’altro corretto, mentre sarebbe errato e pericoloso appoggiarsi su sussidi politici.

Sembra tutto benfatto. Eppure…!

Una artista giapponese ama fotografare le onde energetiche che vibrano nelle volte del Duomo. Le possenti colonne emanano l’energia della madre terra, mentre le vetrate riversano dall’alto l’energia del sole. Ombra e luce si fanno spazio, si mitigano, si confrontano, si offrono. Il Duomo ha una magia mistica: il limite dell’uomo comunica con l’infinito di Dio. E’ il luogo della meditazione e della preghiera. Per 500 anni migliaia e migliaia di scalpellini, con sacrifici grandi, senza vedere nessun risultato, hanno levigato ed eretto pietre su pietre, per edificare la casa della meditazione e della preghiera, dove la luce del sole e l’ombra della terra si fanno spazio e si offrono. L’ingresso principale del Duomo con i suoi 5 portoni è lì per accogliere l’uomo, ogni uomo, che dischiude la sua finitudine umana alla presenza dell’infinito che inabita la sua stessa finitudine umana. Il credente indica la presenza di infinito chiamandola Dio; l’ateo la evoca negandola. Avvolti nella maestà del Duomo, sia il credente sia l’ateo si scoprono piccoli esseri umani di fronte al mistero che nessuno sa dire fino in fondo e nessuno sa negare fino in fondo. L’uomo ritorna uomo.

Il Duomo, permeato del sacrificio degli scalpellini e delle preghiere dei tanti oranti, è lì ad accogliere il credente e l’ateo, il fedele e il turista, l’artista e l’operaio, il santo e il peccatore, per offrire a tutti l’opportunità di sperimentare l’oltre che tutto avvolge e permea. E, in quell’oltre, immergersi.

La vecchietta venuta a pregare davanti all’icona di Maria si è alzata e con passo lesto cammina verso l’uscita. Il colore rosso della vetrata si è rifratto sul suo volto.

Il maestro disse: “Chi non entra… dalla porta, ma vi sale da un’altra parte è un ladro...” (Gv 10,1).

Forse i turisti entrati dal portone principale sono rimasti come da un’altra parte, senza entrare nel cuore. Sono rimasti turisti, come il biglietto comperato.

preghiera

ENTRIAMO TUTTI

– CREDENTI E ATEI, FEDELI E TURISTI, RESIDENTI E IMMIGRATI –

DALLA PORTA PRINCIPALE DELL’EDIFICIO SACRO

FINO DENTRO IL SUO CUORE,

DOVE L’UOMO E DIO SI INCONTRANO, L’OMBRA E LA LUCE SI FANNO SPAZIO,

IL ROSSO DELLA SOFFERENZA E IL VERDE DELLA GIOIA PLASMANO LA POLICROMIA DELLA VITA,

E IL SIGNORE DI TUTTI INVITA TUTTI AL CONVIVIO EUCARISTICO DELLA CARITA’.

E tutti offriamo liberamente il nostro contributo per la manutenzione del Duomo. Non i due euro di un biglietto turistico, ma un’offerta generosa che modifichi il nostro stile di vita. Se l’offerta non modifica il nostro stile di vita, nemmeno la visita al Duomo la modifica. Siamo entrati e usciti, rimanendo turisti da due euro.

All’ingresso di Nôtre Dame a Parigi un’anziana suora chiedeva a chiunque entrava nel tempio un obolo per il sostentamento del clero. In Francia non c’è alcun 8 per mille e il clero è povero.

Ricordo la bellezza di Nôtre Dame e, cuore di quel ricordo, il volto umile e sorridente di quella anziana suora.

p. Luciano

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