Gio 22 Nov 2018 Scritto da Pierinux AGGIUNGI COMMENTO

Avvento 2018 – 15 novembre 2018

Secondo il calendario ambrosiano il 18 novembre, secondo quello romano il 2 dicembre, ha inizio l’Avvento, il periodo di cammino verso il Natale, nella sobrietà e nel raccoglimento interiore. Le decorazioni artificiali, che l’uomo ostenta in questo periodo, rendono difficoltoso il cammino dell’Avvento; in cambio, la madre natura viene incontro, indicandoci il buon esempio degli alberi che, spogli, si raccolgono nel silenzio invernale, in attesa della primavera. La nuda e immobile attesa irrobustisce le radici nascoste nel terreno.

A tutti, in questo Avvento, l’incoraggiamento a irrorare di silenzio e di preghiera l’interiore dell propria vita. Irrobustiti interiormente, ritorniamo a sorridere in questa epoca fattasi cupa per il susseguirsi di tanti comportamenti violenti.

A chi ha il tempo per continuare questa lettura, condivido due incontri che mi hanno coinvolto in questi giorni, a Milano: con il predicatore che gridava le minacce dell’inferno, e quello con una decina di giovani volontari che distribuivano tè caldo e sorrisi alla folla dei clochard.

Il predicatore che minacciava l’inferno.
Via Orefici, Milano, ora del tramonto, venerdì 9 novembre. Il predicatore, un uomo forse quarantenne, a squarciagola gridava: “E’ giunta la fine del mondo – l’ira di Dio è colma e sta per distruggere questo mondo – le porte dell’inferno sono spalancate e attendono tutti noi se subito non ci convertiamo a Gesù che è l’unico salvatore.” Il pedicatore aveva il volto teso e teneva gli occhi chiusi. Nel frattempo molte persone si erano assiepate sul posto, a pochi metri dal predicatore, per attendere l’arrivo del tram e, dopo una giornata lavorativa, far ritorno alla propria casa. Data un’occhiata verso dove provenivano quelle grida minacciose, continuavano ad attendere il tram, immobili e impassibili. Fra loro, anch’io.
I volontari che davano la buonanotte ai clochard.

Ieri notte, ore 23,00, mi sono imbattuto in un gruppo di giovani volontari che distribuivano tè caldo ai clochard che assiepavano il piazzaletto della chiesa di San Carlo, in Corso Vittorio Emmanuele, Milano. Con il tè, anche un sorriso per ciascuno dei clienti. La chiesa di San Carlo ha un atrio esterno, di cui approfittano vari clochard per stendervi il loro giaciglio, la notte. Mi sono imbattuto varie volte in questi gruppi di giovani volontari che passano a dare la buonanotte ai clochard, offrendo una tazza di tè caldo. Ieri sera mi fermai, chiesi a mia volta una tazza di tè e dissi loro il mio grazie per la bella inizitiva della buonanotte ai clochard. Ovviamente, subito mi chiesero chi sono. Reciprocamente ci siamo presentati. Matteo disse di frequentare l’Università di Scienze Motorie. Guido disse di essere filippino e di avere già un lavoro. Davide, invece, disse di frequentare il secondo anno di Filosofia all’Università Statale. I clochard, finito di sorseggiare il tè caldo, posero il bicchiere di plastica nel sacchetto che un volontario teneva aperto, quindi si misero a stendere cartoni e stuoie per la notte. Il drappello dei giovani volontari di ieri sera proveniva dall’oratorio parrocchiale del quartiere Olmi, l’estremo lembo Sud-Ovest della città di Milano.

Sono tante le sciagure che seminano sofferenza e tristezza; ma perché sulla sofferenza e sulla tristezza gridare la minaccia dell’inferno? Perché condannare apoditticamente questa umanità che porta la sua croce ogni giorno per andare avanti nella vita, nonostante i propri limiti e contraddizioni? Anziché minacciare, testimoniamo la via della risurrezione dopo le cadute. Insegnamola col sorriso sul volto, come Matteo, Guido, Davide e amici.

La foto: Giacomo Mazzariol al liceo artistico Toschi di Parma.
Da La Repubblica edizione locale Parma 15 novembre 2018

Celebrare l’Avvento significa ritornare giovani, mentre gli anni avanzano. Ossia ritornare semplici, allegri.
Giacomo Mazzariol (21 anni) è un giovane di Castelfranco Veneto. A 5 anni, quando aveva già due sorelline, il papà gli annuciò che stava per arrivare un altro fratellino, speciale. Speciale per il papà significava Down. Il fratellino Down, Giovanni, fu per Giacomo, sorelle e genitori, il supereroe della famiglia. Basta vedere con uno sguardo non condizionato e tutto nasconde qualcosa di speciale da scoprire. Tutto è AVVENTO: qualcosa di nuovo che avviene.

Ormai adolescente, Giacomo fu colpito dalla notizia che una coppia non aveva accolto i due figli nati Down, i quali invece furono cresciuti e amati da coppie affidatarie. Reagì e scrisse il suo primo libro: “Mio fratello insegue i dinosauri” (Einaudi, copie vendute 200.000). Di novembre di quest’anno è il secondo libro, sempre Einaudi, dal titolo: “Gli squali”. Al riguardo interessante la breve presentazione dell’autore.

“… buttarsi, perdersi, perdersi, perdersi e poi ritrovarsi…” dice Giacomo ai suoi coetanei.

Auguri di un vero cammino di Avvento! p. Luciano

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