Lun 7 Dic 2020 Scritto da Pierinux Commenti disabilitati su mite…, su un puledro, figlio di una bestia da soma…

Avvento, 6 dicembre 2020

riporto il Vangelo dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme nella versione di Matteo

Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero a Betfage, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nella borgata che è di fronte a voi; troverete un’asina legata, e un puledro con essa; scioglieteli e conduceteli da me. Se qualcuno vi dice qualcosa, direte che il Signore ne ha bisogno, e subito li manderà». Questo avvenne affinché si adempisse la parola del profeta: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco il tuo re viene a te, mansueto e montato sopra un’asina, e un asinello, puledro d’asina”». I discepoli andarono e fecero come Gesù aveva loro ordinato; condussero l’asina e il puledro, vi misero sopra i loro mantelli e Gesù vi si pose a sedere. La maggior parte della folla stese i mantelli sulla via; altri tagliavano dei rami dagli alberi e li stendevano sulla via. Le folle che precedevano e quelle che seguivano, gridavano: «Osanna al Figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nei luoghi altissimi!» (Mt 21, 1 – 9)


un pensiero sul Vangelo ascoltato:

In queste domeniche in cui per la prevenzione contagi è sospesa la celebrazione eucaristica a Desio che a me sacerdote spetta presiedere, sono ritornato a vivere la domenica andando a messa nelle parrocchie vicino casa, come facevano i miei genitori.

E ho trovato questo ritorno ad andare a messa commovente e bello. Oggi mi fu chiaro il perché di questa commozione: è perché andando a messa con nella mente la predica preconfezionata da tenere agli altri, la mia disposizione al Vangelo e all’Eucaristia rimane condizionata dalla preoccupazione di dover fare per gli altri e mi riduce la disposizione all’ascolto spontaneo e aperto.

Oggi, terza domenica d’Avvento secondo il rito ambrosiano, ho ascoltato con commozione l’omelia dell’anziano sacerdote che ha presieduto la messa delle 11,30 in Santa Maria Incoronata. Si fermò a descrivere la scena narrata nel Vangelo di oggi, ossia di Gesù che entra nella città di Gerusalemme seduto su un puledro, figlio di una bestia da soma, preso in prestito per l’occasione. Il contrasto di questa scena con Gerusalemme, la città fortificata degli uomini, con al centro il grandioso tempio della religione ufficiale. A conclusione della breve omelia, il richiamo della testimonianza di papa Francesco e l’invito a leggere il discorso alla città che l’arcivescovo Mario ha tenuto ieri, 5 dicembre, introducendo alla festa di Sant’Ambrogio patrono di Milano.

Dio viene “mite…, su un puledro, figlio di una bestia da soma”: ossia nell’umiltà, nella fatica, nel precario scorrere degli avvenimenti. Senza possesso: “Perché slegate questo puledro?”. “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”. (Mc 11, 3 -6).

La mitezza, l’umiltà, l’amore non sono le virtù di un Dio che per commiserazione si abbassa e viene a noi; sono Dio stesso, sono il suo intimo, sono il suo cuore, sono quello che Dio è. Ad impedirci di fare festa come i bambini di Gerusalemme al Dio che viene “mite…, su un puledro, figlio di una bestia da soma” è il nostro peccato originale: questo è il fatto che noi cerchiamo Dio cavalcando le nostre brame di potere, di successo, di affermazione sugli altri. Così Dio ci diviene, nella nostra mente, colui che è ciò che io vorremmo essere, ma che purtroppo non siamo: il perfetto, il glorioso, colui che può tutto. Così il cammino religioso ci diviene la ricerca di raccomandazioni attraverso cui ottenere benefici. Religiosità commerciale, che dissemina agitazione.

Il battesimo in cui nasce la vera fede è lo scendere nell’acqua corrente, guidati per mano da un fratello o da una sorella. E’ quindi risalire per tuffarsi nel battesimo del cammino, del sudore, delle lacrime, del perdono, del sorriso. Lì è Dio: non discende dalle stelle perché non si è mai ritirato sulle stelle. E’ l’Emmanuele: il Dio con noi. E’ qui, nella prova del covid: nella dedizione di medici, infermiere/i, volontari/e, è qui nell’attenzione per salvaguardare la salute dei nostri anziani, è qui nello sforzo per ripristinare l’apertura delle scuole ai nostri bambini, è qui nell’attendere con calma interiore l’annuncio degli angeli che è nato nella capanna, e noi accorreremo ad adorarlo nelle nostre chiese.

“Mite…, su un puledro, figlio di una bestia da soma”! “… Con mie parole, dall’omelia di don Giuseppe. p. Luciano

consigliando l’ascolto del discorso dell’arcivescovo alla città:

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