Sab 5 Giu 2021 Scritto da Pierinux AGGIUNGI COMMENTO

La stella del mattino – cammino religioso Vangelo e Zen Milano, 5 giugno 2021

“Per questo l’ostia è davvero l’agnello di Dio che toglie i peccati” (Simon Weil, L’amore di Dio – Ybuc – pag. 84)

Domenica 6 giugno, seconda dopo la Pentecoste, ricorre la festa tradizionlmente detta “Corpus Domini”: il convivio eucaristico del corpo e del sangue di Cristo a nutrimento e ristoro della vita umana. Negli anni passati era consuetudine fare processioni ostentando un’ostia di pane consacrato rinchiusa dentro una teca dorata. Allo scopo veniva bloccato anche il traffico stradale. Il covid ha interrotto questa tradizione, stimolando il benefico ritorno al significato originale dell’eucaristia. Questa è nata come cena, come ultima cena, gravida del senso di tutta la vita. Ogni vita germoglia dal sacrificio di altra vita e ogni vita ha intrinseca la vocazione a sacrificarsi per altra vita. Questa gratuità pura della vita rivela la sua natura divina. Rivela la presenza di Dio sotto le speci umili della vita quotidiana.

L’insegnamento della chiesa afferma che i sacramenti sono per l’uomo, ovviamente in primis l’eucaristia che è cibo e bevanda. Simon Weil lo comprese fino in fondo. Scrisse: “Anche la presenza umana e carnale del Cristo era altra cosa rispetto alla purezza perfetta, dal momento che egli stesso ha corretto chi lo chiamava buono e dal momento che ha detto: “E’ un bene per voi che io me ne vada”. Verosimilmente, egli è presente in un modo più completo in un pezzo di pane consacrato. La sua presenza è più completa più è segreta”. (ibidem pag. 84). La fragile ostia è più gravida di reale presenza divina che non la stessa persona storica di Gesù. Calvino ha negato la presenza reale di Dio sotto l’umile specie della fragile ostia, ed è anche attraverso la sua teologia senza la fragile ostia che è nato il capitalismo.

Dai tanti fatti che accadono in questi nostri giorni – il sottoscritto anche attraverso i fatti della storia evocata da interessanti trasmissioni televisive (canale 54) – possiamo toccare con mano come sia fragile la carne umana. La stessa fragilità di una ostia di pane. La tentazione è quella di nobilitare questa fragilità collocandola dentro ostensori rigidi e dorati. Eppure la vita si nutre solo di vita che china il capo al sacrificio di se stessa per offrirsi ad altra vita. Dalle suddette trasmissioni televisive ho conosciuto la violenza degli eserciti che hanno combattuto in nome di Dio: crociate, templari, guerra dei trent’anni tra cattolici e protestanti ecc. La teologia delle teche dorate per nobilitare quel grumo di materia che è l’ostia eucaristica, tale teologia diviene violenta, ovviamente nel nome di Dio, del suo Dio. .

“La presenza di Dio è più completa più è segreta”. Quante scene di questa più completa presenza di Dio scorrono davanti ai nostri occhi ogni giorno! E’ la più completezza che si svela nella vita quotidiana lungo le strade, genuine sorprese inaspettate. Alcuni ricordi di questi giorni. Domenica scorsa Patrik Tenko, papà italiano e mamma giapponese, nella sua chiesa parrocchiale ha fatto la prima comunione insieme con decine di amici. Fanciulli di quarta elementare che ricevono quell’ostia fragile, abbassano la mascherina e la mangiano, ricongiungendo le mani ritornate vuote. Chi conosce le difficoltà attraversate da quelle famiglie non può non commuoversi. La mamma di Kento ha ricevuto il battesimo due anni or sono.

Non solo la povertà fragile, comunque stupenda, di ogni scena famigliare dove l’affetto scorre da mano a mano, da sguardo a sguardo, consumando la cena attorno la stessa tavola. Ma anche la fragilità oscura del peccato, comunque fragilità fragilissima. Dove c’è umiltà, coi ruderi si può costruire fari di speranza. E’ più comunione eucaristica quella di chi si comunica perché peccatore che chiede forza per risorgere, che quella di chi si comunica perché già risorto, già apposto. La cena decade in cioccolatino. Che c’è da aggiungere a chi è apposto?

Giovani e adolescenti di Bologna si sono messi in fila da mezzanotte per essere vaccinati. Grazie ai miei 81 anni, il 18 marzo avevo già completato il richiamo. Dico un Grazie commosso ai giovani che hanno tanto atteso per dare la precedenza agli anziani che nella società sono più degli assistiti che un attori di benessere. Commuove, perché ci si poteva troppo facilmente raccontare che i giovani hanno ben altro nella testa che la preoccupazione del covid. Invece erano già in fila da mezzanotte ad attendere…

Lunedì 31 maggio, tarda mattinata, due giovani percorrevano la parte centrale di Via Brera, che è zona pedonale, e il sottoscritto il marciapiede della stessa via, direzione Duomo. A uno dei due giovani cadde a terra la sigaretta che stava fumando: un movimento concitato per spegnere con la scarpa il mozzicone ancora acceso e poi di nuovo a camminare come se niente fosse accaduto. Rimpiangendo le vie pulite delle città giapponesi, a quella vista l’immancabile mia goccia di disgusto. A una ventina di metri più avanti, il giovane della sigaretta puntò il piede e si fermò di scatto, mentre l’amico continuava a camminare imperterrito; tornò indietro, si chinò e dalle fessure della ciottolata raccolse con le sue mani il mozzicone che il suo piede aveva ridotto in frantumi e andò a deporlo nel cassonetto al ciglio della via. “Così si fa”, gli dissi. “Sì, così si fa” mi rispose. Raggiunto l’amico, i due svoltarono nel Museo Brera; erano forse studenti dell’Accademia di Belle Arti. Dall’umile terreno crescono i fiori; dal rialzare il capo dopo averlo chinato la bellezza palpitante della vita. Anche la mia goccia di disgusto, chinato il capo, si fece di commozione.

Dio è tornato indietro a raccogliere nelle mani la sua creazione andata in frantumi. Il Dio assoluto inchiodato sulla croce della fragilità delle sue creature chinò il capo e morì. Scese agli inferi e, imparando l’obbedienza dalle cose che patì (Eb 5,8), risorse con il cuore onnipotente maturato mite e umile (Mt 11, 29). Un fragile ostia di pane lo contiene tutto.

E fu “grazia su grazia” (Gv 1, 17). p. Luciano


l’umile gioiosa eucaristia

Carissimi, l’estate è prossima ed è umano programmare una pausa di ristoro nel grembo multiforme di madre natura. Lo spunto meditativo che questa lettera evoca è la fragile ostia del pane eucaristico, in concomitanza con la festa del Corpus Domini e la maturazione del frumento delle nostre colline appenniniche. Simon Weil, ebrea di nascita, non ricevette mai il battesimo cristiano perché, diceva, la chiesa non è veramente cattolica. Tuttavia con un profondo rammarico: il non poter far la comunione di quella fragile ostia, che lei definisce il più autentico segno della presenza reale di Cristo, perché così spoglio. A voi questo spunto meditativo.

Da qui in avanti anche queste lettere si faranno più rare, si ritireranno alquanto. Per la vostra estate, qualora ne sentiate il bisogno, ecco il link di una intervista sulla meditazione nella vita quotidiana che mi è stata richiesta dallo scrittore polacco Maciej Bielawski (Associazione Meditatio):

altre interviste sulla meditazione: https://associazionemeditatio.weebly.com/video.html

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