Il natale consumistico di oggi mi risveglia il fascino del Natale di quando ero fanciullo. La novena di Natale (16 -23 dicembre) ci si alzava presto, alle 6:00, e insieme con papà e mamma che erano alzati già da prima si andava in chiesa per le preghiere della novena. Durante quei nove giorni non si mangiavano dolci e il 24 dicembre i grandi digiunavano. A Natale e nei giorni seguenti si mangiava il panettone più buono del mondo, quello fatto in casa con le uvette appassite del proprio vigneto. Il nome dato a quel panettone casalingo nei villaggi sulle colline piacentine: kisèula. Il giorno di Natale, tornati dalla messa solenne, a pranzo noi ragazzi mettevamo sotto il piatto di papà e mamma la lettera che per l’occasione avevamo scritto a mano a scuola, apponendovi la firma (la prima firma della vita!). Nella casa aleggiava un alone di letizia. “Siate lieti!…” (1 Tes 5,16) ha raccomandato san Paolo nella messa di oggi, terza domenica di Avvento. La letizia è tanto diversa dalla goliardia di cenoni, mentre in un altrove non lontano altri stanno patendo la fame! Nella letizia, insieme con la propria gioia è presente nel cuore la sofferenza di chi soffre: è una gioia che digiuna il proprio compiacimento, ma si fa attesa e impegno.
Il natale consumistico di oggi non è Natale. Scambio di prodotti industriali come dono e inviti a cenoni di gruppo con la porta chiusa. Do ut des! Vi manca il vuoto del digiuno, da cui l’attesa, da cui il sentiero del cammino, da cui l’imbattersi con chi soffre solitudine e fame, da cui la sorpresa che in una capanna della steppa a due senza dimora è nato un bambino: l’Emmanuele – Dio con noi.
Oggi, 17 dicembre – terza domenica di Avvento secondo il rito romano, è pure l’87mo compleanno di papa Francesco, a cui anche i nostri affettuosi auguri. Papa Francesco ha voluto condividere la torta del compleanno con i bambini. Il Natale è la festa della vita che di generazione in generazione si rinnova: i bambini ne sono i protagonisti, gli stupendi attori. Oggi nella nostra Italia l’emozione di meraviglia al vagito di una bambina o bambino che nasce s’è fatta rara. Il ruscello della vita umana va inaridendo tra le amene colline del Bel Paese, mentre esse, le amene colline, continuano a donare alla vita umana frutti di ogni specie. La sessualità è il giulivo gorgheggio della vita che scorre da generazione in generazione. Qualora l’uomo osi farne merce a suo piacimento, il giulivo gorgheggio della vita si fa afono, incolore, disadorno, incontrollato.
“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” griderà, diventato adulto, il bambino nato a quella coppia di senza dimora che, andando a campi nella pianura di Betlemme, aveva trovato ospitalità nella casa del bue e dell’asinello. L’avidità del possesso, cominciando dal preteso possesso del proprio corpo e della propria sessualità, sconnette dalla fonte sorgiva da cui la vita zampilla, sempre nuova, sempre unica. E il ruscello dissecca. Pellegriniamo alla fonte sorgiva, al nostro volto sorgivo, alla dignità umana sorgiva, alla vita sociale e culturale sorgiva, al cammino religioso sorgivo!
Credere, sperare e amare senza calcolo di profitti, ma semplicemente perché credere, sperare e amare è il nostro cuore sorgivo. “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. (Mt 10,8).
A conclusione di questa lettera mi è gradito evocare i 4 giorni (07 – 10 dicembre) di cammino umano e religioso di 22 giovani, universitari e lavoratori, insieme con Isacco alla Fattoria Sant’Andrea (San Geminiano, SI). La domenica 10 dic. I giovani hanno accolto l’84nne sottoscritto e assieme abbiamo celebrato lo Zazen e l’Eucaristia nella tenda eretta da loro. Aprendo il link sottostante trovate foto e video, allo stato grezzo. Cameraman fu Riccardo a cui un Grazie! In un video trovate la celebrazione eucaristica, momento molto intenso. Dopo 4 giorni di ritiro e di lavoro, il gruppo non poteva non esplodere in sonora letizia.
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