lettera
Vangelo e Zen
Vangelo secondo Giovanni 11, 1-38
22 marzo 2009
Il lungo racconto evangelico che si legge questa domenica può essere intitolato: la parabola della luce. In un giorno di sabato, Gesù si imbatte in un cieco dalla nascita e lo guarisce attraverso due gesti: spalmando del fango sui suoi occhi e poi lavandolo via. Subito ci accorgiamo che l’episodio è fortemente simbolico: il fango indica ciò che impedisce all’occhio di vedere, e l’acqua toglie quell’impedimento e permette di vedere ancora.
Nella parabola la cecità del cieco nato funge solo da occasione per trattare della cecità più grave che è quella della mente, e della cecità gravissima che è quella del cuore. La cecità della mente condiziona gli apostoli che di fronte al cieco nato tirano fuori il pensiero mediocre e viziato di cui si pasceva tanta gente e, senza riflettere, ripete le frasi in voga. Queste non costano nulla mentre garantiscono il quieto vivere, riducendo l’uomo a ripetitore di ciò che tutti, senza riflettere, dicono. “Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?”. Fatture, malocchio, oroscopo, karma e via di seguito: intrappolare la domanda nel tunnel buio da cui non può ritornare alcuna risposta dà garanzia di quiete. Esime, infatti, dallo stare di fronte alla risposta che, non si sa mai, potrebbe dar fastidio.
Incatenati nella terza cecità, quella gravissima del cuore, sono i farisei, ossia quelli che in tutto ciò che accade escogitano un motivo religioso e così si dispensano dal ricercare. La religione vera è quella che dall’esperienza seria di ciò che accade ti fa vedere oltre gli orizzonti di ciò che accade. La religione falsa è quella che traendo fuori ragioni intoccabili dal mondo invisibile, dispensa dalla fatica di comprendere ciò che si vede. E’ una cecità gravissima, perché con frasi apodittiche l’uomo può causare tanta sofferenza. Così sono nate le guerre, le inquisizioni, le persecuzioni. Ma ancor più, così si essicca la radice del pensiero, togliendole il terreno in cui radicarsi per nutrire la sua vitalità. Il pensiero denutrito e inaridito si fa nuovo motivo per cercare altra luce apodittica, fatta di assolutismi. Come le farfalle che, adescate dal fascio di luce, si accasciano e muoiono ubriache di luce, così l’uomo religioso dal cuore cieco, ubriaco di religione, si spegne lasciando disgusto. I farisei del racconto evangelico, alla testimonianza su Gesù da parte del cieco guarito, ”Sei nato nei peccati e vuoi insegnare a noi?”, replicarono con disprezzo.
Il vero cammino spirituale è sobrio, come la luce che si posa tenue sui nostri occhi e noi possiamo vederne i colori rifratti dal corpo delle cose. La sola luce abbaglia; le sole cose sono buie. L’incontro rispettoso della luce e della tenebra genera i colori.
Ieri ho ascoltato una espressione di Simon Weil. Diceva: “Dio non vuole che tu lo cerchi come l’avaro cerca il tesoro” . Per questo Dio mai si rivela del tutto una volta per sempre; né mai si nasconde del tutto così che lo possa dimenticare una volta per tutte. Cercalo, senza cercarlo: così lo puoi vedere senza accorgertene! Così non ti ubriachi né di luce, né di tenebra. E vedi i colori. La perfezione non è l’assoluto; ma l’amore.
Incontri
- 20 marzo in un parrocchia di città, 21 marzo al Santuario di Mote Berico Vicenza, testimonianza sulla spiritualità dei martiri cristiani giapponesi (p. Luciano) Tel 0444.288399
- 21 marzo: ritiro del Sabato a Desio 09.00-12.00 (guida il gruppo di Milano) Tel 333.8756401
- lunedì 23 marzo, 1900-21.00: breve ritiro presso i Missionari saveriani Via San Martino 8 Parma. Tel 335.275627 (Claudio)
ritiro del sabato santo a Desio (11 aprile)
Il sabato santo è il giorno propizio per meditare il mistero pasquale – il passaggio – che permea la nostra esistenza nel legame vita e morte. A tutti l’invito a partecipare al ritiro organizzato nella Villa Vangelo e Zen di Desio, con inizio alle 08.00 e termine alle 18.00. La mattinata sarà dedicata allo zazen, il mezzogiorno al lavoro nel giardino, il pomeriggio alla meditazione sul vangelo. Durante il ritiro sarà praticato il digiuno.
E’ possibile arrivare il venerdì sera e rimanere anche la domenica e il lunedì di Pasqua, pernottando nella Villa. Nelle lettere settimanali seguenti saranno date informazioni più precise.
Questo avviso perché anche tu possa verificare la tua partecipazione.
p.Luciano
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