lettera
Vangelo e Zen
Vangelo secondo Giovanni 17, 11 – 19
24 maggio 2009
La preghiera dell’uomo morente, espressa con la voce o soltanto percepita nel cuore, è il suo testamento eterno. Domanda di perdono per il male compiuto e per il bene incompiuto, rendimento di grazie per i benefici ricevuti ecc. Senz’altro, davanti alla morte, il cuore si fa puro, come l’oro che cola dal crogiuolo. Già da alcune domeniche nel Vangelo ascoltiamo alcuni brani della preghiera di Gesù all’ultima cena, appunto poche ore prima della sua morte. Sono parole pregne di verità e di affetto. Dal Vangelo di questa domenica colgo questa espressione che Gesù eleva come preghiera al Padre: “Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità”. Le parole di Gesù, anzitutto, mi rammentano una simile espressione usata dal mestro dello Zen Eihei Dogen in Bendowwa: “Hanno testimoniato quel modo di vivere perfettamente armonioso…. Questo modo è come versare tutta l’acqua di un recipiente così com’è in un altro” (Il cammino religioso – Bendowa, Marietti art. 1). E’ gioia intima per il maestro che, prima di morire, constata di aver trasmesso ad altri tutto quanto aveva ricevuto con l’aggiunta del proprio tocco personale. Sì, all’ultima cena i discepoli non erano coscienti di quanto avevano ricevuto; anzi continuavano a sbandare nei loro attaccamenti, litigando per il primo posto. Ma la seminagione era avvenuta e quel seme, venuto il giorno giusto, germoglierà e porterà a sua volta frutto. Il maestro vero non si preoccupa di vedere coi suoi occhi il risultato del suo insegnamento nei suoi discepoli; anzi, evita ogni provocazione perché gli facciano vedere come sono diventati buoni. E’ consapevole che sarebbe solo posa e compiacimento. Il maestro vero si preoccupa di gettare il seme e parte lasciando il campo seminato, ma brullo. Il maestro vero confida nello Spirito che ha guidato lui stesso, trae dalla sua esperienza la fiducia che il seme gettato nel terreno crescerà quando sarà giunta la stagione. Che varrebbe una crescita prematura, che non corrisponde alla stagione, con il pericolo di essere bruciata via dalla prima brina?
Il vero maestro consacra se stesso alla verità, ed è lungo il cammino della sua consacrazione che trasmette al discepolo non solo il seme, ma anche il modo in cui il seme va curato e fatto crescere. Lo fa curandolo e facendolo crescere nella sua vita. La trasmissione della verità avviene cercandola, e non gridandola. L’uomo ha una dimensione pubblica e una privata: la ricerca della verità coinvolge tutta la sua persona dove le due dimensioni si radicano. Nella dimensione privata sperimenta ciò che testimonia nella dimensione pubblica e le provocazioni che gli provengono dalla dimensione pubblica le mette alla prova nella sua dimensione privata. Il maestro vero insegna in pubblico con il suo privato: “per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità”.
Incontri
Domenica 31 maggio NON ci sarà la celebrazione eucaristica domenicale a Milano P.zza Duomo 18. Il gruppo giapponese si reca in pellegrinaggio al Sacro Monte di Varese.
- Sabato 16 maggio, ore 9.00 – 12.00: ritiro a Desio.
Villa Vangelo e Zen Via Achille Grandi 41, Desio Tel 0362.300350/338.1011101
- Lunedì 25 maggio, ore 19.00, breve ritiro presso Missionari Saveriani a Parma